V arrondissement
Val-de-Grâce
Rue Saint Jacques, 277
RER Port-Royal Métro Gobelins.

Gli edifici sono un esempio importante di architettura di inizio secolo, il cui restauro è stato inaugurato da F. Mitterrand. Il chiostro ha due ordini di gallerie sovrapposte, con magnifiche volte.
La cappella Saint-Anne, cominciata nel 1645 da F. Mansart e continuata da Lemercier, era stata costruita per esaudire un voto fatto dalla regina come ringraziamento per la nascita del figlio, il futuro Luigi XIV. Sul frontone triangolare, infatti, si legge l’iscrizione: Jesu Nascenti, Virginique Matri. (A Gesù nascente e alla Vergine Madre). L’interno è barocco, gli archi e la volta sono coperti di bassorilievi, l’altare, sopra il quale si legge la scritta IN NOMINE SUO ANNA AUSTRIA, ha sei colonne a spirale di marmo scuro, che sorreggono una cupola dorata.
Un gruppo marmoreo raffigura Gesù Bambino e la Madonna. La cappella, restituita al culto nel 1826, dopo aver avuto altre destinazioni, appartiene all’ospedale militare e la domenica mattina alle 11 vi si celebra la messa cantata, in parte in latino.
Per arrivare alla sala di lettura che occupa un lato del chiostro, bisogna entrare nel giardino e seguire le indicazioni per la biblioteca. Al n° 277, sotto a uno dei padiglioni che incorniciano la cappella, c’è un sentiero lastricato bordato di paracarri. Si tratta dell’antica rue des Marionnettes che collegava rue de l’Arbalète a rue Saint-Jacques.
L’edificio è stato trasformato in ospedale militare nel 1793 ed è stato chiamato Service de Santé des Armées. Questa destinazione ha permesso di conservarlo intatto.
Il museo ospita la storia del servizio medico militare francese e della sua missione maggiore, l’evacuazione sanitaria, con i risultati raggiunti dalla chirurgia e dalla psichiatria di guerra e anche dalla medicina subacquea e aerospaziale. Nella vecchia cucina delle religiose benedettine è ricostruita una farmacia con un centinaio di magnifici mortai e vasi da farmacia, simili alle maioliche di Faenza.
Entrando (con discrezione, perché è uno spazio privato) dalla porticina di fianco, su cui c’è scritto Paris American Academy si percorre una vecchia stradina con il pavé, fiancheggiata da case basse e da graziosi cortiletti pieni di verde.
Al n° 284 di Rue de Jacques, dietro alla grande vetrata di un edificio moderno, c’è il portale di pietra di un convento che non esiste più. Fino alla Rivoluzione, queste colonne di pietra sormontate da un fregio formavano l’ingresso del convento delle carmelitane dell’Incarnazione.
Nel cortile del n° 6 di rue du Val-de-Grâce, si può vedere un palazzo settecentesco con una bellissima facciata, che è riuscito miracolosamente a sopravvivere.
Chiesa di St Séverin
Rue des Prêtres-Saint-Séverin
Métro Saint-Michel

Il giardino sulla destra è chiuso in fondo da alcune costruzioni gotiche, sotto alle quali venivano sepolti i notabili, fra i quali Huysmans (1907), mentre il sottotetto era destinato a ricevere le ossa della gente comune. Questo, infatti, è l’antico carnaio, il luogo di sepoltura dove si conservavano le ossa dei defunti.
Se vi trovate a Parigi nel periodo di Natale, venite in questa chiesa per la Messa di mezzanotte. I canti sono accompagnati dall’organo che, nel 1897, era stato suonato anche da Camille Saint-Saens, offertosi volontario.
Al n° 12 di rue Saint-Séverin c’era una delle case più strette di Parigi, dove si dice che abbia abitato l’abbé Prévost d’Exiles, autore di ben 170 opere, tutte sconosciute, tranne la Manon Lescaut. Recentemente, però, la casa è stata ristrutturata e unita a quella di fianco. Delle due piccole finestre che c’erano a ogni piano ne è rimasta una sola.
Chiesa di St.Julien le Pauvre
Rue St-Julien-le-Pauvre
Métro St-Michel

Al n° 39 di rue de la Bûcherie (dall’altra parte di square Viviani), di fianco alla libreria Shakespeare and Company, c’è una minuscola casa cinquecentesca, che al piano terra ospita un ristorante. Il vecchio edificio con le travi a vista non è ben conservato come quelli di rue Miron.
Square René-Viviani
Quai de Montebello angolo rue Lagrange rue Saint-Julien-le-Pauvre
Métro Maubert Mutualité, Saint-Michel

Il grande albero secolare, piantato nel 1601 dal giardiniere del Re, ha un rinforzo di cemento che lo aiuta a sorreggersi.
Rue de Fouarre
Métro St. Michel


Musée de l’Assistance publique et des hopitaux de Paris
Museo dell’Assistenza pubblica e degli ospedali di Parigi
Quai de la Tournelle, 47
Métro Maubert-Mutualité

Chiesa di Saint-Etienne-du-Mont
Place Sainte Geneviève
Métro Cardinal Lemoine

Entrate nella sacrestia per vedere le bellissime vetrate del chiostro.
Nella chiesa è conservato anche un piccolo reliquiario di Sainte Geneviève, i cui resti, che allora si trovavano nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, sono stati bruciati durante la Rivoluzione e gettati nella Senna. Geneviève, nata a Nanterre nel 422 e morta a Parigi nel 500, è la santa patrona della capitale. Quando gli Unni, guidati da Attila, nel 451 minacciavano la città, provocando una fuga generale, ella è rimasta a rincuorare i cittadini, fino a quando Attila non è stato cacciato da Ezio.

Qui vi sono, fra le altre, le pietre tombali di Racine, di Pascal e di Rousseau.
Sul lato opposto della chiesa vi sono i resti del muro di cinta di Philippe-Auguste.
Ancien Collège des Bernardins
Antico Collegio dei Bernardini
Rue du Poissy, 18-24
Métro Maubert-Mutualité

Gli edifici del collegio e della sacrestia sono i soli rimasti a Parigi del periodo medioevale. Al tempo della Rivoluzione il complesso era stato venduto e dal 1843 è occupato dai pompieri. Da rue de Poissy si vede il ‘logis du pape’, l’abitazione della somma autorità. Il piano terra ha il soffitto a volta e anche il sottosuolo poggia su volte a ogiva con 32 colonne a base ottagonale. Le aperture dell’antico refettorio sono incorniciate da contrafforti.
Al n° 18 di rue de Poissy c’è la sacrestia che nel XIV secolo collegava il refettorio alla chiesa e nel cortile del n° 27 di boulevard Saint-Germain è visibile una sua bella porta. Oggi l'antico collegio è un centro culturale.
Musée de la Prefecture de Police
Rue Basse des Carmes, 1 bis
Rue de la montagne Sainte Geneviève, 4
Hôtel de Police
Métro Maubert-Mutualité
Vi sono documenti di processi celebri, come quello di Landru e ritagli di giornale su personaggi famosi come l’anarchico Jules Joseph Bonnot (1876-1912), che con la sua bande aveva dato l’assalto a numerose banche, prima di essere abbattuto a Choisy-le-Roi.
Vi sono i manichini con le divise di sergents de ville, gli addetti al mantenimento dell’ordine prima del 1830, quando sono stati sostituiti dai gardiens de la paix. Vi sono i mandati d’arresto di Beaumarchais, di Desmoulins e di Charlotte Corday e la valigia con gli strumenti di Bertillon, il creatore del sistema d’identificazione dei criminali basato sull’antropometria, che da lui ha preso il nome di bertillonage. C’è anche una ricostruzione della machine infernale usata da Fieschi nell’attentato contro Luigi Filippo.

Accanto a questo edificio, in rue Jean de Beauvais, c’è il collegio frequentato da Cyrano de Bergerac.
Jardin des Plantes
Rue Cuvier (ingresso davanti all’Université Pierre et Marie Curie)
Métro Jussieu

In un angolo del Jardin des Plantes c’è una graziosa ricostruzione di un angolo di montagna, il Jardin alpin, con la vegetazione tipica delle alture e rocce e ruscelli che formano cascate.
Una parte delle duemila piante di montagna provengono dall’Himalaia, altre dal Giappone, altre ancora, come l’edelweiss, dalle Alpi. Il giardino è aperto solo d’estate.

Al n° 38 di rue Geoffroy-Saint-Hilaire c’è il Museo di Storia naturale, creato nel 1793, dedicato all’insegnamento superiore e alla ricerca, con cattedre di botanica, mineralogia, geologia e zoologia…
La biblioteca del museo ospita circa 800.000 volumi di scienze naturali.
Al numero 36 di rue Geoffroy Saint-Hilaire c’è la Grande Galerie de l’evolution, che presenta la diversità del mondo oggi vivente, mostra come gli organismi viventi si sono evoluti e come le attività umane hanno influenzato questa evoluzione.
Una sala è dedicata alle specie minacciate o già estinte e uno spazio di mille metri quadrati è riservato alle mostre temporanee. L’ultima era dedicata ai mammouth.

All’ingresso del giardino, dal lato della Senna, c’è una statua in bronzo di Jean-Baptiste Pierre de Monet, cavaliere di Lamarck, il naturalista francese fondatore della dottrina dell’evoluzione (1744-1829). L’insieme delle idee di Lamarck sull’evoluzione degli esseri viventi costituisce una teoria conosciuta come lamarckismo, secondo la quale i diversi caratteri che una specie acquisisce nel corso di una generazione, a causa delle influenze dell’ambiente, sono trasmessi alla generazione successiva. Questa ipotesi è in contraddizione con le scoperte della genetica moderna riguardo alle mutazioni, ma, malgrado questo, il neo-lamarckismo è ancora vivo.
Sul lato di rue Buffon, c’è un roseto nel quale, da aprile a ottobre, sono coltivate rose di tutti i colori e di tutti i tipi: cespugliose, rampicanti, ad alberello, striscianti… Ci sono la Rosa semperflorens, la Rosa Banksiae, la Gloire de Dijon, la Comtesse de Ségur, la Crêpe de Chine… Ci sono le Roses galliques, le rose rosse che nel 1400, nel corso della guerra detta appunto ‘delle due rose’, simboleggiavano la famiglia di Lancaster, caduta , e quelle bianche, simbolo della casa di York, innalzata al trono.
Sulla butte Coypeau, vicino all’entrata di rue Geoffroy-Saint-Hilaire n° 40, c’è un chiosco di ferro e bronzo che risale al 1788 e che è uno dei primi esempi di architettura metallica.
Aveva un meccanismo a orologeria oggi scomparso, ma conserva l’iscrizione latina che si trovava sulle meridiane: horas non numero nisi serenas, non segno che le ore serene. Sui pendii del labirinto posto sotto al belvedere crescono alberi storici come il cedro del Libano, piantato da Jussieu nel 1734.

Su rue Cuvier, n° 57 c’è una serra tropicale con cactus e agavi provenienti dal Messico.
Museo di mineralogia
Rue Jussieu, 34
Métro Jussieu

Institut du Monde Arabe
Rue des Fossés-Saint-Bernard, 1
Métro Jussieu, Cardinal Lemoine

Per chi è interessato alla cultura islamica, nell’Istituto c’è una ricca biblioteca e nella sala du Haut Conseil si tengono spesso delle conferenze gratuite di storia, di arte, di letteratura islamica, di cucina e di medicina.
Mercato dei cavalli
Rue Geoffroy-Saint-Hilaire, 5 e 11-13
Métro Saint-Marcel

Place du Puits-de-l’Ermite
Métro Monge
Proprio di fronte alla square c’è un teatro di 50 posti, pieno d’atmosfera, dove il giovedì pomeriggio ci sono spettacoli per bambini.
Hôtel Scipion
Rue Scipion, 13
Métro Gobelins


Alcune vestigia dell’epoca sopravvivono all’interno dell’edificio. Quelli accanto sono della fine del XVII e del XVIII secolo.
Rue Mouffetard
Métro Censier-Daubenton

È comunque interessante percorrere rue Mouffetard fino a Place de la Contrescarpe, una piazza creata nel 1852 e il cui nome deriva dalla controscarpa della cinta muraria di Parigi. Su questa piazza c’era un famoso cabaret, il Pomme de Pain, celebrato da Rabelais, nel quale si riunivano i sette poeti della Pléiade. La Pléiade è il nome di una costellazione formata da sette stelle in cui, secondo la mitologia, erano stati tramutati i figli di Atlante e Pléioné, che si erano tolti la vita dalla disperazione per la sorte che Zeus aveva riservato al loro padre. Il nome, che aveva già designato sette poeti greci vissuti sotto il regno di Tolomeo Filadelfo, è stato ripreso da Ronsard per la sua ‘Brigade idéale’, ad imitazione della Pleiade alessandrina. Oltre al fondatore Ronsard, autore delle Odi, ispirate a Pindaro e a Orazio, ne facevano parte Dorat, l’umanista e maestro di Ronsard; Jean-Antoine Baif, autore degli Amours e dei Passe-temps, carichi di erudizione greco-latina ed Etienne Jodelle, autore dell’opera in decasillabi Cléopatre captive, annunciante la tragedia classica.
Arènes de Lutèce
Rue des Arènes, rue de Navarre, rue Monge
Métro Place Monge

L’anfiteatro è rimasto sepolto per una dozzina di secoli ed è venuto alla luce durante gli scavi per costruire rue Monge, insieme a bassorilievi, collane, vasi e scheletri (uno dei quali è alto 2 metri e 10 centimetri). Nel 1883, Victor Hugo ha lanciato una campagna per impedire la costruzione della strada che avrebbe attraversato l’arena e nel 1917 le gradinate, addossate al versante est della collina di Sainte-Geneviève, sono state ripristinate, anche se con dimensioni più piccole rispetto a quelle originarie.
Dietro al proscenio, c’è un piccolo museo lapidario.